Ora si non si mette proprio benissimo! E’ un po come essere sulle montagne “RUSSE”. Dopo la chiusura per piu’ di una settimana del NS1 – North Stream 1, si pensava che Putin non avrebbe piu’ riaperto I rubinetti del gas, invece il metano e’ ritornato a scorrere nelle tubazioni anche se in quantita’ ridotte rispetto alla sua possible capienza. Tutto bene allora! Invece NO, neppure qualche giorno di normalita’, che ecco arrivare un nuovo annuncio da Gazprom: ci sara’ un nuovo taglio dei flussi.
Questa volta nel mirino c’e’ un tubo che scorre nel mar baltico. Per ovviare al problem l’azienda russa fara’ scendere I flussi al 20% delle capacita’ totale a partire da domani (27/7/2022). In Germania quindi arriveranno solo 33 milioni di metri cubi al giorno, un po pochi per soddisfare le necesssita’ interne.
Attualmente il gasdotto funziona solo al 40% delle proprie capacita’. Questo per via di alcuni lavori di manutenzione a delle turbine Siemens, delle quali una spedita in Canada (magari era in garanzia :D) sempre per manutenzione. A causa di tutto questo, fino ad ora non e’ stato possible riportare il flusso di gas a livelli standard.
Ci troviamo quindi in un ping pong di responsabilita’ da Berlino e Mosca, la prima che va asserendo che un taglio del genere non e’ assolutamente giustificato. La seconda invece ribatte con le parole di Dmitri Peskov, e’ andata giu pesante dicendo “Anche nei momenti più difficili, la parte russa continua ad adempiere ai suoi obblighi – ha detto – Il fatto che il volume delle forniture sia sceso è dovuto a queste sanzioni illegittime che gli europei, e i tedeschi in particolare, hanno imposto a loro stessi”.
La mossa di Gazprom porta a tre effetti immediati:
- Prezzo del natural gas schizzato sui mercati future. Ora parliamo di 175 Euro per MWh, e ovviamente piu alto e’ il prezzo e piu sono gli incassi per il cremlino.
- Dimostra a tutta l’europa chi ha il coltello dalla parte del manico. Fino ad ora, nonostante le sanzioni, e’ la Russia. Putin sa che I paesi europei stanno cercando di mettere da part quanto piu’ gas possible per affrontare l’inverno. A pieno regime questo non sarebbe un problema, ma con questi riduzioni di flusso e’ praticamente impossibile soddisfare I propri bisogni interni e accumulare nelle reserve. Potrebbe non essere un problema per l’Italia che ora viaggia sul 65% , ma sicuramente un e’ un problema per la Germania, le cui reserve sono decisamente piu’ basse.
- Di fatto permette al Cremlino di usare il gas come moneta di scambio nelle relazioni internazionali, esempio come nelle esportazioni di grano!