Shrinkflation: cos’è e come proteggerti

Shrinkflation in Italia

Definita anche inflazione mascherata, la shrinkflation mina il tuo potere d’acquisto. In che modo?

Se ne parla ancora poco sui media, ma molto probabilmente hai già scoperto la shrinkflation per conto tuo. Dì la verità, quante volte hai avuto la sensazione che biscotti, detersivi, carta igienica terminassero prima di quanto facessero di solito? E mangiando un sacchetto di patatine, non hai mai avuto l’impressione che all’interno del sacchetto ce ne fossero meno?

Ecco, questa è la shrinkflation, in italiano detta anche shrink-inflazione. Capiamo meglio di cosa si tratta e, soprattutto, scopriamo come possiamo difenderci da questo subdolo tipo di inflazione mascherata.

Shrinkflation: cos’è?

Il significato della shrinkflation è nascosto nel suo nome. Le due parole, infatti, significano rispettivamente “restringere” e “inflazione” e nella pratica consiste in una riduzione della quantità di merce all’interno di una confezione, venduta al prezzo solito. In questo modo, ad esempio, acquistando la tua confezione di merendine preferite, la pagherai sempre la stessa cifra, ma invece di 6, all’interno del pacco ne troverai solo 5. Insomma, meno cibo nelle confezioni, a parità di prezzo.

Il fenomeno della shrinkflation non è nuovo, anzi, è ciò che spesso si verifica in determinate condizioni di mercato. È vero che qualche volta alcune aziende ricorrono a questa strategia di marketing solo per massimizzare i profitti, ma è altrettanto vero che, solitamente, l’adottano quando devono contrastare l’aumento delle materie prime. E siccome l’unico modo che avrebbero per farlo sarebbe aumentare l’importo dei loro prodotti, ricorrono alla riduzione delle confezioni per non apparire come coloro che alzano i prezzi, colpendo il piccolo consumatore.

Ma quali sono le condizioni del mercato in cui si muove la shrinkflation?

Cause della shrinkflation

I motivi per cui le aziende ricorrono alla strategia della shrinkflation possono essere molti: aumento delle materie prime, difficoltà nell'approvvigionamento energetico, mercati instabili e inflazione galoppante. Insomma, esattamente tutto quello che sta accadendo proprio in questo preciso momento.

Negli ultimi mesi, infatti, la guerra fra Russia e Ucraina, oltre ad aver sollecitato diverse speculazioni, ha effettivamente inciso sul costo dell'energia, che è prepotentemente schizzato verso l’alto. Inoltre, la quotazione delle materie prime alimentari è aumentata in modo vertiginoso, alimentando la shrinkflation. Pensa solo al fatto che, a marzo di quest’anno, il prezzo degli oli vegetali è salito del 23,2% e quello dei cereali del 17%. Non è quindi difficile capire perché i colossi dell’industria alimentare abbiano voluto difendersi da questi rincari ricorrendo alla shrink inflazione.

Esempi di shrink inflazione

Nonostante sia assunta agli onori delle cronache solo negli ultimi tempi, l’inflazione mascherata ha già colpito in passato. I primi ad accorgersi dei vantaggi della shrinkflation sono stati i grandi colossi del settore alimentare, che come sempre sfruttano la disattenzione dei consumatori per mettere in pratica tecniche di marketing aggressive, in grado di generare sempre maggior profitti.

Qualche anno fa, i consumatori si trovarono di fronte ad un caso emblematico: il Toblerone, la nota barretta di cioccolata, diventò improvvisamente più piccolo, nonostante il prezzo fosse rimasto lo stesso. Cos’era successo? La risposta è semplice: i costi del cacao erano aumentati e i produttori, non volendo rischiare di perdere clienti aumentandone il prezzo, decisero di rimpicciolirla e metterla sul mercato allo stesso prezzo di prima.

Tra i casi di shrinkflation, troviamo anche quello della Coca Cola, prodotta dall’omonima multinazionale americana. Nel 2014, infatti, la bottiglia da 2 litri, quella più apprezzata dalle famiglie, venne improvvisamente ridotta a 1,75 l. Stessa sorte subirono le lattine qualche anno più tardi, quando il loro contenuto passò da 330 cl a 300 cl.

Ovviamente, in tutti questi casi i prezzi rimasero invariati, generando nel consumatore meno attento la convinzione che nulla fosse cambiato, quando invece, a parità di prezzo, stava acquistando una minore quantità di prodotto.

Reazioni istituzionali alla shrinkflation

Sebbene il fenomeno sia poco dibattuto, in Italia la shrinkflation ha già suscitato le prime reazioni dei consumatori, che a poco a poco hanno cominciato ad accorgersi del fenomeno. Chiariamo subito un punto: la shrink inflazione non è illegale, ma l’Antitrust, l’autorità indipendente che si occupa della tutela dei diritti dei consumatori, ha già dichiarato che questa pratica può configurarsi come una pratica commerciale scorretta, dal momento che l’aumento dei prezzi è mascherato.

A tal proposito, Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, Unione Nazionale Consumatori, ha già lanciato la proposta di monitorare con regolarità contenuti e prezzi dei principali prodotti sul mercato, in modo da prevenire il fenomeno. Inoltre, ha espresso la speranza che si possa presto arrivare ad una commissione parlamentare d’inchiesta sui diritti dei consumatori, violati da tale pratica.

Nel frattempo, puoi solo tutelarti prestando maggiore attenzione a ciò che acquisti.

Come proteggersi dall’inflazione mascherata

In attesa che le istituzioni intervengano, puoi proteggerti dalla shrinkflation prestando attenzione alle etichette. Al momento di acquistare il tuo pacco di pasta preferita, ad esempio, controlla che il peso della confezione sia il solito di sempre, perché se così non fosse, è evidente che a parità di costo per pacco, la stai pagando di più.

Un escamotage che funziona è quello di verificare il costo per chilo, esposto appena sotto il prezzo di vendita. Solitamente è minuscolo e difficile da individuare, ma può essere un valido  strumento per capire quanto stai effettivamente pagando i prodotti.

Insomma, l’inflazione mascherata può realmente minare il tuo potere d’acquisto in modo significativo: proteggerti dalla shrinkflation è dunque un tuo diritto e, attualmente, è l’unico modo per non farti prendere in giro dai produttori.

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