SLOWBALISATION (DEGLOBALIZZAZIONE) E CONSEGUENZE PER GLI INVESTITORI

Da quanto tempo sentiamo parlare di globalizzazione in Italia? Io, che sono ancora giovane (o almeno mi piace considerarmi tale a 37 anni), sento parlare di avviamento alla globalizzazione, mondo globalizzato etc. etc. da almeno 30 anni. Almeno questi sono i miei primi ricordi.

Slowbalisation

Prima di andare avanti a scrivere però diamo una veloce definizione di cosa è, nel caso qualcuno non lo sapesse. Per globalizzazione s’intende il processo di integrazione che interessa le economie, le culture e il costume dell’intero pianeta. In un mondo globalizzato tutti i paesi si scambiano merci e informazioni più facilmente e rapidamente; inoltre, quasi tutte le culture del mondo tendono a confrontarsi e ad assomigliarsi proprio per la rapida circolazione di merci e idee.

Come dicevo precedentemente queste sono le mie prime memorie, in realtà il processo di globalizzazione è iniziato molto tempo addietro e vede 3 principali momenti chiave:

  • Fine della Seconda guerra mondiale e conseguente creazione del WTO, World Trade Organization.
  • Abbattimento del muro di Berlino, che ha “unito” e reso piu’ facile il dialogo tra i paesi dell’ovest e quelli est.
  • L’ingresso della Cina nel WTO.

Ora che abbiamo identificato questi tre importanti momenti storici che hanno intensificato e velocizzato questo processo, la domanda che ne segue è “quali sono stati i vantaggi”?

I VANTAGGI DELLA GLOBALIZZAZIONE

Un aspetto da tenere in considerazione è che grazie alla globalizzazione è stato possibile ridurre il costo delle merci e del lavoro, limitare l’inflazione e i tassi d’interesse e mantenere ad alti livelli la valutazione degli asset finanziari occidentali. Basta pensare, per esempio, che nei 35 anni precedenti la caduta del muro di Berlino la ratio prezzo/utili prospettico dell’indice S&P 500 è stato pari in media a 15, mentre da quel momento in poi è stato superiore a 20. Quindi tendenzialmente siamo cresciuti ed in un certo senso siamo diventati più ricchi, ma a quale costo?

BATTUTE D’ARRESTO ALLA GLOBALIZZAZIONE

Guardando dalla prospettiva opposta, gli svantaggi, ci rendiamo conto che nell’ultimo decennio a causa di determinati avvenimenti abbiamo iniziato il percorso inverso. Ci stiamo avviando ad un percorso di deglobalizzazione o meglio slowbalisation. Una prima battuta d’arresto è stata provocata dalla grande crisi finanziaria 2007-2009, che ha fatto capire al mondo intero quanto sia fragile un mercato globale interconnesso, dove un crack dell’economia americana ha provocato danni a livello globale.

Altri due grossi colpi che hanno rallentato questo processo sono sicuramente la BREXIT in UK, l’elezione di Trump in America che riportato avanti la politica dei dazi e ha creato problematiche nelle relazioni commerciali tra USA, Europa e Cina.

L’ultima battuta d’arresto, la piu’ grande fino ad ora, l’ha data lo scoppio della pandemia COVID-19 e la conseguente consapevolezza della vulnerabilità delle catene di approvvigionamento globali iperefficienti, fino a quel punto, hanno inferto un altro colpo di grazia.

COSA SIGNIFICA PER GLI INVESTITORI

Da questo punto in poi il trend sembra essersi invertito ed aver avviato la fase di deglobalizzazione. Per gli investitori significa un percorso più difficile per raggiungere i propri obiettivi di rendimento a lungo termine a parità di rischio. Diventa più difficile diversificare il portfolio azionario ed è necessaria una partecipazione più attiva. Probabilmente i periodi di “vacche grasse”, dove bastava investire sugli indici americani e aspettare per avere un ritorno, sono finiti. Sarà necessario essere più attivi, dinamici e allo stesso tempo flessibili alla diversificazione, in senso geografico, per stile di investimento tra i mercati quotati e per finire tra asset reali e finanziari. Bisogna ritornare ad essere investitori attivi, essere coscienti in cosa si investe e costruirsi competenze tecniche nel corso dei prossimi anni. E per questo, potete continuare a seguire Investizionario…

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