COME FUNZIONA LA TASSAZIONE CON GLI ETF?

Ho visto che molto spesso ci sono molte domande riguardo alla tassazione degli ETF e ho ricevuto gia diversi DM su Instagram chiedendomi di fare un po’ di luce su quest’aspetto. Pero’ prima di andare avanti con l’articolo voglio fare un disclaimer! Io non sono un commercialista e le informazioni qui raccolte sono frutto della mia conoscenza unite a delle ricerche online. Quindi prima di prendere una qualsiasi decisione finale, vi invito a consultare un professionista che possa supportarvi con la compilazione della dichiarazione dei redditi.

Ciò detto Come funziona la tassazione degli ETF?

Ecco qui una guida completa per avere un’idea ai fini fiscali, capital gain e dividendi e tutti i dettagli per compensare le minusvalenze.

 

Come vengono tassati gli ETF?

Possiamo definire gli ETF come fondi di investimento che replicano un indice di riferimento, ad esempio l’SP500, (allego qui il link sul come investire in ETF) anche denominato benchmark di riferimento.

Il regime fiscale degli ETF è presente nel il D.lgs n. 44 del 2014 e consiste nella definizione come componente di reddito di capitale come qualsiasi guadagno derivante dall’ETF.

Dall’ETF infatti possiamo generare, come da ogni altro investimento, sia dividendi e sia plusvalenze o capital gain, che si possono computare facendo la differenza tra prezzo di acquisto e quello di vendita.

Gli ETF rappresentano un’ottima alternativa per l’investitore, perché’ consentono di effettuare un investimento diversificato, come se fosse un comune fondo di investimento, però allo stesso tempo permette di avere una liquidità come quella del mercato azionario

Differenze nella tassazione

La tassazione degli ETF dipende fondamentalmente da due fattori:

ETF istituiti nell’Unione Europea (armonizzati);

ETF di diritto estero non armonizzati.

Quindi qual è la differenza? Gli ETF armonizzati sono tutti quelli quotati nella borsa italiana e/o in area Euro. Gli ETF non armonizzati, invece, contrariamente sono tutti quelli che vengono quotati fuori dall’Unione Europea. 

ETF: Quale tipo di reddito viene considerato?

A differenza di tutti gli altri strumenti finanziari, che costituiscono Redditi Diversi tassati all’aliquota del 26%, gli ETF possono essere categorizzati all’interno dei Redditi Diversi, dei Redditi di Capitale o dei Redditi Ordinari.

Il D.lgs n. 44 del 2014 ha stabilito che l’aliquota fiscale da applicare ai proventi derivanti dagli ETF è pari al 26%, sia per il capital gain che per i dividendi percepiti dall’investitore (redditi da Capitale).

Invece le plusvalenze che derivano da ETF non armonizzati andranno a far parte dei Redditi Ordinari. La tassazione prevede, in questo caso, che la ritenuta sia a titolo d’acconto del 26% oltre all’assoggettamento agli scaglioni IRPEF.

Diversamente, le perdite derivanti dagli ETF confluiscono nei Redditi Diversi e si compensano esclusivamente con le plusvalenze derivanti da azioni, opzioni, futures, obbligazioni, cfd, forex e altri strumenti di cui all’art. 67 del TUIR.

Minusvalenze su ETF

Come già anticipato precedentemente vorrei porre una particolare attenzione deve essere riservata al trattamento delle minusvalenze derivanti da ETF che configurano dei redditi di diversi (da inserire nel quadro RT del Modello Redditi) e non sono compensabili con i redditi da capitali.

Nel caso ci siano delle minusvalenze derivanti da ETF, l’unico modo per recuperarle è quello di compensarle con le plusvalenze derivanti da azioni, opzioni, futures, obbligazioni, cfd, forex e tutti gli strumenti facenti parte dell’art. 67 del TUIR. Tali minusvalenze possono essere compensate fino a quattro periodi d’imposta successivi a quello considerato.

In parole povere il sistema fiscale italiano penalizza la tassazione degli ETF redditi di capitale a confronto della tassazione ETF redditi diversi.

Si tratta di una particolarità delle regole fiscali sulla tassazione degli ETF in Italia ed un evidente svantaggio fiscale per gli investitori che hanno nel proprio portafoglio finanziario solo ETF.

ETF a distribuzione e ad accumulazione

La questione fiscale legata agli ETF fa un’altra importante distinzione tra gli ETF che distribuiscono i proventi e gli ETF che invece reinvestono i proventi nel fondo.

Il dividendo che l’investitore riceve in base alla quota di ETF a distribuzione posseduta viene tassata (al 26% in caso di dividendo azionario, al 12,50% in caso di interesse derivante da titoli di stato governativi dell’Unione Europea);

I soggetti che investono in ETF ad accumulazione non subiscono invece alcuna tassazione per le medesime cedole proprio perché vengono reinvestite.

La legislazione italiana favorisce quindi gli ETF ad accumulazione, poiché vedranno massimizzati i benefici della capitalizzazione degli interessi composti.

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